Come si dice in questi casi “a grande richiesta” comincierò a parlare di Python e cercherò di farlo nel modo più “pratico” possibile.
Premetto che parlerò di questo linguaggio alla luce delle 10 lezioni sulla programmazione generale quindi per chi non le ha lette, consiglio di recuperare!
Detto questo iniziamo subito a dire cos’è Python. Python è un linguaggio di script interpretato con paradigma ad oggetti dotato di una tipizzazione forte dinamica (capire questa frase punto per punto è anche un utile esercizio per vedere se avete chiari i concetti precedenti xD).
Tralasciando quindi le particolarità strutturali di Python ben espresse dalla precedente fase inizieremo subito prendere confidenza con il linguaggio.
LA SHELL INTERATTIVA
Supponiamo che avete già installato python sulla vostra macchina. Aprite un terminale e digitate python.
Quella che comparirà davanti a voi è la shell interattiva, dotazione standard di ogni linguaggio di script che si rispetti. In questa shell potete subito cominciare ad impartire comandi e sarà sempre di aiuto per provare i vostri moduli oppure per provare comandi nuovi.
VARIABILI
Cosa fondamentale per ogni linguaggio è l’assegnazione delle variabili. In Python la cosa è veramente semplice poiché non necessita nemmeno di definire il tipo della variabile. Digitate nella shell.
>> x = 10
E avrete assegnato alla variabile di nome x il valore 10. Poiché come abbiamo detto Python è un linguaggio a tipizzazione dinamica possiamo assegnare a x anche altri dati. Per esempio:
>> x = “Ciao!”
Ora la variabile x contiene la stringa “Ciao!”.
Per sapere in ogni momento qual’è il tipo di dato che contiene x possiamo usare la funzione type nel modo seguente:
>> type(x)
<type ‘str’>
Come vedrete la shell restituirà una stringa contenente il tipo attualmente contenuto nella variabile.
Un altro comando utile in modalità interattiva è il comando dir. Tale comando restituirà la lista delle funzioni invocabili sulla variabile. Ad esempio:
>>dir(x)
[‘__add__’, ‘__class__’, ‘__contains__’, ‘__delattr__’, ‘__doc__’, ‘__eq__’, ‘__ge__’, ‘__getattribute__’, ‘__getitem__’, ‘__getnewargs__’, ‘__getslice__’, ‘__gt__’, ‘__hash__’, ‘__init__’, ‘__le__’, ‘__len__’, ‘__lt__’, ‘__mod__’, ‘__mul__’, ‘__ne__’, ‘__new__’, ‘__reduce__’, ‘__reduce_ex__’, ‘__repr__’, ‘__rmod__’, ‘__rmul__’, ‘__setattr__’, ‘__str__’, ‘capitalize’, ‘center’, ‘count’, ‘decode’, ‘encode’, ‘endswith’, ‘expandtabs’, ‘find’, ‘index’, ‘isalnum’, ‘isalpha’, ‘isdigit’, ‘islower’, ‘isspace’, ‘istitle’, ‘isupper’, ‘join’, ‘ljust’, ‘lower’, ‘lstrip’, ‘partition’, ‘replace’, ‘rfind’, ‘rindex’, ‘rjust’, ‘rpartition’, ‘rsplit’, ‘rstrip’, ‘split’, ‘splitlines’, ‘startswith’, ‘strip’, ‘swapcase’, ‘title’, ‘translate’, ‘upper’, ‘zfill’]
Quelli sono tutte le funzioni invocabili su un oggetto di tipo stringa. (Per avere informazioni su tutte quelle funzioni digitate da shell help(‘str’) ).
Per visualizzare a schermo il valore di una variabile si usa il costrutto print in questo modo.
>> print x
Ciao!
Avvertenza: il costrutto print cambierà notevolmente nella versione 3.0 di python.
Bene sulle variabili per ora è tutto (ci sono altre infinite cose ma come mio solito andremo per gradi). Lascerò in fondo un esercizio per permettervi di valutare la vostra comprensione. Nella prossima lezione parleremo di tipi dell’indentazione e di come si definisce una funzione.
ESERCIZIO: Assegnate da shell interattiva la variabile y = 1.0 e controllate di che tipo è e quali funzioni possiede. Dopo di ciò aumentate il suo valore di 1.5 e stampate il risultato.