Le mosse vincenti di Ubuntu

Ho lasciato ubuntu all’incirca due anni fa più attratto dalla curiosità di esplorare nuove cose che per reale necessità. Ho vagato per due anni in molti altri porti fino ad approdare folgorato alle porte di Sidux. Ma come per un viaggiatore lontano da casa, prima o poi, la nostalgia si fa sentire. A stimolare maggiormente questo senso latente di “radici” sono state le notizie e le notevoli rivoluzioni di cui ho sentito parlare in questo tempo di vagabondaggio.

Non sono mancate le critiche. Anzi, spesso noto un certo piacere perverso nel fare recensioni negative sulla nuova versione uscita (spesso infarcite di luoghi comuni che mi hanno da tempo stancato) ma, come diceva il mio saggio nonno “chi spala merda sulle persone è perché ne ha le scarpe piene” quindi precisiamo alcune obbiezioni base alle critiche che ciclicamente cicciano fuori ad ogni release:

  • Bug? Tirare fuori una versione ogni 6 mesi non è una passeggiata. La soluzione? Allungare il tempo di rilascio o accontentarsi. Io sinceramente considero 6 mesi un tempo giusto come compromesso fra stabilità e novità del parco software. Ed è proprio quello che cerca l’utente medio. Se volete usare Ubuntu in ambienti iper-produttivi vi spostate di LTS in LTS in modo da toccare i due anni canonici di distribuzioni basate sulla stabilità come Debian. Inoltre 6 mesi sono anche un bel tempo a livello di marketing perché danno un notevole senso di dinamismo.
  • Problemi con l’hardware? Questo è un problema che riguarda ben poco la distribuzione. Poi, guarda caso, i problemi maggiori si riscontrano con quell’hardware che si impunta a rilasciare driver proprietari. Quindi non è un difetto di Ubuntu (o di qualunque altra distro) ma delle case produttrici di hardware. Inoltre ho installato Ubuntu su 10.4 su 3 PC e su tutti questi dispositivi l’hardware è stato riconosciuto al primo colpo. Per tutti gli altri casi basta informarsi preventivamente.
  • Grafica/Modifiche/Programmi? Ogni ritocco grafico o del software di default o di qualunque altro aspetto fa contente dieci persone e ne scontenta mille. La grafica si cambia. I programmi si installano. Non mi pare il caso di drammatizzare su queste cose. Anche per me alcune scelte sono dubbie, ad esempio i pulsanti delle finestre a sinistra mi sanno vagamente di bimbominkiata da fanboy mac, anche perché non ne vedo l’utilità pratica. Lasciare spazio a destra? Ma non era uguale avere spazio a sinistra? Non lo so. Staremo a vedere.

Finito questo vi elenco quali scelte, a mio parere, sono azzeccatissime e rendono Ubuntu un sistema competitivo. Tenete presente che il mio paragone è con Ubuntu di due anni fa, di quando lo lasciai in cerca di fortuna.

  • Grafica. Non avrei mai pensato che GNOME potesse diventare così accattivante (ovviamente è provocatorio). Tuttavia la scelta delle icone monocromatiche, il tema dark, e la leggerezza che assumono le due barre sono un bel lavoro di minimalismo. Certo, molte cose possono essere migliorate (lo sfondo di default mi ha quasi fatto ribaltare dalla sedia con quel viola sfocato che non sa né di carne né di pesce). I pulsanti a sinistra sono una scelta che non ho ben compreso (spero non sia uno scimmiottamento del Mac) ma ci si abitua in 5,5 secondi. Il problema è Chrome. Che con la sua interfaccia li mantiene a destra e quindi con Chrome aperto è un gran casino. Ma Crhome ce l’ho messo io quindi è colpa mia. 😀
  • Logo. Anche il logo nuovo a mio avviso abbraccia maggiormente quella ventata di minimalismo ben curato che ha travolto Ubuntu negli ultimi anni. Lineare, semplice e con pochi colori. Molti blogger l’hanno massacrato. Che dire. I gusti sono gusti. Notiamo inoltre che avvio/login/desktop assume una maggior uniformità rispetto alla versione precedente.
  • Software Center. Allora… GNU ha inventato lo “Apple Store”. APT esiste da anni. Solo che la Apple se n’è appropriato, almeno nella mente della gente tant’è che quando spiego a qualcuno come funzionano i repository di Debian/Ubuntu molti mi dicono “Ah! Come con l’iPhone!”. Ecco, questo mi da sui nervi. Il software center ridisegnato funziona molto meglio di quello vecchio e, soprattutto, ha un nome meno anonimo. Lo so, il nome fa solo figo ma THIS IS MARKETING! Bisogna pensarci. La Canonical è la prima azienda che fa marketing su linux per desktop. Diciamo che queste cose cozzano con lo zoccolo duro degli utenti Linux ma bisogna farci un po’ il callo. 😉
  • Ubuntu One. Sembra una cazzata ma senza Ubuntu One forse avrei ritardato il ritorno a Ubuntu di qualche anno. Questo servizio ha due vantaggi: offre un sistema di cloud privato di default per gli utenti (che trovo fondamentale usando almeno 3 computer diversi) e permette a Canonical di guadagnare sui servizi di valore aggiunto. Come, ad esempio, il negozio di musica o l’espansione a 50Gb del proprio spazio web alla cifra piuttosto onesta di 10$ al mese. La Canonical dopotutto deve far soldi. E’ giusto così e incoraggio queste scelte. Il negozio musicale, per la cronaca, funziona piuttosto bene. Ho appena comprato due brani per provare e sono già belli pronti sul mio PC e condivisi fra tutti i PC del cloud. Inoltre posso comprare musica senza finanziare l’odiatissima Apple.
  • Integrazione fra Applicazioni. La sensazione che pervade l’esperienza desktop in questa nuova release rispetto alle ultime che ho provato è l’armoniosa integrazione delle applicazioni con il desktop. Chat, social network, email e notifiche di svariate applicazioni tutte unificate e a portata di click. Anche qui alcune cose le migliorerei (ad esempio voglio un dannato tool per personalizzare le notifiche) ma fondamentalmente questo senso di unione è una cosa del tutto nuova nel panorama Linux. Da un senso di completezza immediato che nessun’altra distribuzione che ho provato ha mai dato. Amo la bustina nella barra. L’adoro.
  • Open Source. Ovviamente non intendo il sistema operativo. Intendo dire che apprezzo che Ubuntu non sia caduta nel tranello di preinstallare roba proprietaria (cosa che, inoltre, fa la fortuna di almeno una decina di distribuzioni farsesche) come codec, driver e software vario. Ovviamente ti aiuta se vuoi installarlo ma la scelta di non farlo in automatico è encomiabile. Questo perché nonostante il tentativo di imporsi sul mercato non sceglie di abboccare al canto delle sirene del software proprietario. Scelta coraggiosa e che, spero, venga mantenuta fino in fondo.

In conclusione dopo due anni di assenza mi ritrovo una distribuzione molto cambiata ma cambiata tanto gradualmente che Guido fa bene a chiamarla “rivoluzione silenziosa”. Questa è la prima versione di Ubuntu che mi sento di installare/consigliare senza farmi troppi scrupoli. Inoltre, dalle voci di corridoio, sembra che il futuro sia ancora più promettente.

Dopo due anni sono tornato a casa. Forse ripartirò, forse no. Per questi sei mesi però mi godo l’intimità casalinga. 😀

9 comments on “Le mosse vincenti di Ubuntu

  1. Per chrome puoi ripristinare la decorazione della finestra e poi, se ti va, applicare il tema radiance o ambiance che trovi googlando.

    Il risultato lo vedi nella mia fotogallery su Facebook 😉

    • Fatto in 30 secondi! 😀
      Dopotutto avevo installato Ubuntu su questo PC da nemmeno un ora e ancora non avevo provato a cercare la soluzione. Ma ovviamente te già ce l’avevi! 😀 😉

  2. Probabilmente mi trovo nella tua stessa situazione iniziale, ovvero anch’io in questo momento sono in cerca di una distribuzione che mi riesca a dare quella emozione di utilizzare il computer che avevo agli inizi di ubuntu, cavolo, prima il pc lo accendevo solo per il semplice fatto di esplorare il sistema.
    Ubuntu forse non mi basta più, tant’è che non ho ancora installato la lince, ma sono su karmic.
    Credo comunque di dargli un’altra possibilità, ma se lei non mi dà quella ventata di novità che cerco, lascio a malincuore la distribuzione che ho amato e con cui ho iniziato, magari per tornare tra due anni con una nuova LTS e tirare le somme proprio come hai fatto tu, perchè si sa, il primo amore non si scorda mai 😀
    Saluti, Mattia.

    • Fai bene. Comunque vada ne torni sempre migliorato: conosci meglio il sistema e apprezzi di più casa! 😀

      Bon Voyage!

  3. “Integrazione fra Applicazioni”

    HAH! Ecco,quello è meraviglioso davvero! La si pensi come la si pensi,mi trovi d’accordo con te! È meravigliosa! Prima andavo alla scoperta di nuove distro,ma adesso grazie a quella “roba in alto a destra” sono diventato dipendente 😀
    😛

    • Già! Quella roba è fichissima!

      A me Ubuntu One ha cambiato la vita. XD

  4. Secondo me graficamente è migliorato enormemente, ha un aspetto più moderno. Il tema è sempre stato, secondo me, davvero brutto, dava un’impressione di trascuratezza e di qualcosa di “vecchio”, al di là che possa piacere o meno.
    Tutto il resto sono gusti personali, anche questo nuovo tema è durato 5 minuti prima che rimettessi il mio solito moomex nero.
    Sono d’accordo sul fatto che le iconcine siano una scimmiottata dei temi mac, che, tra l’altro, ho sempre trovato decisamente stucchevoli. Questa volta, la prima cosa che ho fatto dopo l’installazione è stata portare le icone “al loro posto”. 😛

    • Si! Anche a me è sembrato molto più moderno! Il tema di default mi piace moltissimo! E questa volta non ho nemmeno rispostato le iconcine. Per due motivi:

      #Se nelle prossime versioni metteranno qualche nuova funziona a destra preferisco che sia a destra, quindi meglio abituarmici subito.
      #Curiosità nel provare un approccio diverso (così forse potrò capire la scelta).