Wave e’ morto. Ma e’ gia’ risorto.

Ho letto oggi con un po’ di rammarico che Google ha deciso di abbandonare progressivamente Wave a partire dalla  fine del 2010. Dico con rammarico perché appartenevo alla cerchia di quelli che utilizzava Wave piuttosto spesso. Tuttavia non ne faccio un  dramma, non è una perdita atroce, specialmente perché è la stessa Google ad aver attentato al progetto.

Dico così perché in realtà Wave è già risorto, ancor prima di morire, con le sue ceneri sparse fra tutti i servizi web di Google: Google Docs e Calendar hanno aggiunto la collaborazione real time per la stesura di documenti e appuntamenti (vera punta di diamante di Wave), GTalk e GMail sono sempre più avanzati, integrati  e estremamente comodi e sufficienti per l’uso che se ne fa e presto Google.Me prenderà il resto delle cianfrusaglie rimanenti di Wave (e quindi chissà che fine farà).

Che Wave sarebbe morto era quindi prevedibile, bastava vedere che invece di integrare le altre apps in Wave si integravano pezzi di Wave nelle altre apps. A questo punto a chi serviva un pesante e macchinoso doppione?

Quello che non capisco è l’ostinazione da parte di G di voler occupare spazi di mercato già occupati da altri. In campo social, purtroppo, c’è una regola molto ferrea: chi primo arriva meglio alloggia. Prendiamo Buzz. Buzz è tecnicamente e potenzialmente superiore a Twitter, eppure non credo abbia intaccato minimamente le quote di mercato di quest’ultimo. Il motivo è semplice e vale per i social network come per i protocolli IM: la gente va dove c’è più gente, un social senza persone è inutile. Ma questo meccanismo si auto alimenta. Nessuno “cambia partito” per primo perché spostarsi per primo significa andare in un posto e non trovarci nessuno (e quindi tornare indietro) con il risultato che le nuove piattaforme stentano a decollare.

Bisogna veramente offrire qualcosa di eccezionale per spingere la gente al passaggio.

Quindi ora non ci resta che aspettare per vedere i nuovi piani di g che ha il merito quantomeno di provarci. In attesa di vedere che fine farà Chrome OS.

3 comments on “Wave e’ morto. Ma e’ gia’ risorto.

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  2. Sinceramente la questione è un po’ strana, erano partiti con la cosa di soppiantare le e-mail, quindi un progetto a LUNGO termine, e l’hanno abbandonato così giovane?

    Certo la leggerezza delle e-mail è impressionante, Google Wave necessitava pesantemente di JS e tutte queste moderne tecnologie che ammazzano i sempre più diffusi smartphone e la relativa batteria, che sia una delle cause?

    Certo è uno strumento forse troppo strano e complesso che nessuno ha capito bene come usare, ovvio che non è stato adottato in massa.

    • Effettivamente ci sono molti progetti di Google che, sebbene fallimentari, sono durati molto più di un anno.

      Il problema principale era la mancata integrazioni con gli altri strumenti e, soprattutto, l’impossibilità di accedere da mobile. Su Android non c’era verso di accedere ad una Wave… quindi ero costretto ad usare le email.

      Peccato. Comunque vediamo dove andiamo a finire.